Cosa hanno in comune la grande maggioranza delle PMI e le piccole Associazioni?
La risposta è “una comunicazione disturbata”. Disturbata nel senso che la comunicazione che viene effettuata non riesce a trasmettere il giusto messaggio o quanto meno non in modo completo, il problema aumenta se poi vogliamo considerare le ulteriori distrazioni alle quali gli individui sono soggetti nella fruizione della comunicazione stessa. Il risultato è che molte attività ogni giorno perdono dei possibili profitti perché non riescono a comunicare al loro giusto target di Clientela, che poi non si abbia ancora chiaro quale sia il loro target…questo è un’altro aspetto e riguarda il marketing. La comunicazione è qualsiasi cosa, addirittura anche il silenzio comunica – secondo il primo assioma della comunicazione “È impossibile non comunicare”. Quando parliamo di comunicazione d’impresa quindi facciamo riferimento anche ad un’insegna, la decorazione di un veicolo o di una vetrina, un sito internet, un comunicato stampa, la pagina social, la divisa del dipendente, una targa e così via all’infinito. La comunicazione d’impresa è “un impresa” poi… perché non esistono regole universali, ma ogni caso rappresenta una sfida. Proprio una comunicazione indirizzata al “Cliente ideale” o una comunicazione che addirittura trasferisce valore ai prodotti o servizi, è alla base del successo di diversi marchi in franchising, nonché di diversi tra i marchi più conosciuti al mondo.
Portiamo l’esempio di un negozio che commercializza mobili ed accessori per il bagno, i suoi prodotti sono di qualità e costano anche più della media dei prodotti sostitutivi, ma la sua comunicazione è confusa: vetrine piene di oggetti, un’insegna vecchia e non curata, adesivi e banner che propongono sconti particolari. Il risultato della comunicazione confusa è che c’è molto traffico all’interno dello showroom, ma non si effettuano acquisti poiché i prezzi sono ritenuti alti dalla maggioranza dei potenziali Clienti, nonostante gli sconti che li avevano invogliati ad entrare fossero reali. I commessi si stressano, i prodotti non si vendono e il titolare ritiene che sia colpa della crisi. Nel contempo il Cliente ideale che si trova di passaggio, distratto dal contesto non percepisce la qualità dei prodotti commercializzati e passa, magari acquistando poi lo stesso prodotto ad un prezzo anche maggiore all’interno di un altro negozio la cui comunicazione è più curata. I risultati non vanno valutati in base alle persone che transitano all’interno del negozio, ma dalle banconote presenti in cassa a fine giornata, anzi meno traffico equivale anche a meno stress per commessi e titolari. Seguendo un piano di comunicazione strategicamente ideato e implementato nel modo corretto, avendo un’immagine coordinata coerente con la propria attività, si aumenta il traffico di Clienti ideali, quelli che vogliono il nostro prodotto, e quindi si riempie la cassa a fine giornata. La bravura dell’imprenditore quindi sarà progressivamente avere le risorse, gli spazi e i prodotti per soddisfare una domanda crescente. Se poi vendete merce di bassa qualità puntate tutto sul prezzo basso e fregatevene della comunicazione, non è cosa per voi.